Fotogallery: lezione speciale presso Villa Mergé
Inserito da Hooman Banihashemi, nella categoria Notizie dai Dojo
Dopo oltre un anno di pandemia in cui le occasioni di praticare l’Aikido si sono ridotte drasticamente, ci siamo ritrovati a praticare Aikido insieme in un luogo incredibilmente evocativo: Villa Mergè a Frascati.
Dopo oltre un anno di pandemia in cui le occasioni di praticare l’Aikido si sono ridotte drasticamente, ci siamo ritrovati, in tanti tra gli aikidoka romani dell’Associazione Aiko, a praticare insieme in un luogo incredibilmente evocativo: Villa Mergè a Frascati.
Residenza estiva per la nobiltà romana, rifugio dalla calura e dall’aria malsana che rendono invivibile Roma nei mesi estivi, Villa Mergè è il luogo dove Salvatore Mergè, colui a cui uno dei dojo di Aiko rende omaggio, trascorreva l’estate romana tra l’ombra dei pini e degli ulivi e nella frescura delle ampie stanze dagli alti soffitti.
Salvatore Mergè, esoterista, orientalista, pittore e diplomatico italiano in missione come addetto culturale presso l’Ambasciata d’Italia a Tokyo dal 1937 al 1943, fu il primo occidentale a essere accettato nel Kobukan Dojo di Morihei Ueshiba a Ushigome.
Mergé fu anche il primo a insegnare Aikido fuori dal Giappone a partire dal 1947, quando diede lezioni dell’arte allora del tutto sconosciuta, a pochi selezionati nella città di Roma, facendo dell’Italia il primo paese straniero in assoluto a conoscere l’Aikido.
Oggi il pronipote di Salvatore, Patrizio Mergè, ha invitato il Dojo Salvatore Mergé, in memoria del prozio, a praticare nel parco della Villa dandoci la possibilità di entrare in risonanza con l’atmosfera che avvolgeva Salvatore nella sua pratica personale.
Patrizio e la villa hanno accolto con gentilezza il nostro allenamento guidato per l’occasione dai M° Renato Tamburelli e Silvio Giannelli.
L’esperienza è stata rinvigorente e rigenerante: una boccata d’aria fresca dopo questi mesi difficili.
A seguire alcune foto scattate durante la mattinata, mentre per saperne di più su Salvatore Mergè qui i ricordi del M° Stefano Serpieri.